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28-04-2009 - Immobili a “energia zero”, per quelli pubblici si anticipa al 2015
27 aprile 2009 – Prosegue l’iter di revisione della direttiva europea sul rendimento energetico degli immobili EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), la cui ultima versione risale al 2002.

Il Parlamento europeo ha detto sì alla risoluzione approvata dalla Commissione Industria, Ricerca, Energia (ITRE), che prevede per gli immobili l’obbligo a partire dall’1 gennaio 2019 di essere a “energia zero”, di autoprodursi cioè tutta l’energia che consumano attraverso impianti a fonti rinnovabili.

Con 549 voti a favore il testo è passato alla plenaria di Strasburgo senza cambiamenti radicali, ma con un’interessante novità: l’obbligo per gli immobili pubblici di fare da esempio anticipando solo per questi ultimi la data verso l’obiettivo “energia zero” di tre anni.

Insomma, gli edifici pubblici, vecchi o nuovi che siano, dovranno applicare i requisiti richiesti dalla direttiva per realizzare immobili autosufficienti dal punto di vista energetico e 100 per cento “energia verde” entro il 2015.

L’altra modifica del testo elaborato dalla Commissione Itre prevede l’eliminazione dello studio di fattibilità, prima obbligatorio, sull’uso delle rinnovabili negli immobili. Modifica che però non è piaciuta all’Erec (European Renewable Energy Council).

Quest’ultima si è mostrata soddisfatta, invece, per l’aspetto che riguarda i meccanismi di finanziamento previsti nel testo. Nell’accordo raggiunto al Parlamento europeo è passata l’indicazione della Commissione Itre che prevede la Commissione europea avanzi proposte legislative entro il 2010 che stabiliscano tassi Iva agevolati per i prodotti e i servizi legati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica.

Le proposte dovranno anche considerare un aumento dell’ammontare massimo dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale a sostegno di energia rinnovabile ed efficienza energetica. Infine dovrà essere creato un fondo per gli investimenti fatti negli edifici in efficienza energetica e energia rinnovabile grazie ai contributi del bilancio comunitario, della Banca europea degli investimenti e degli Stati membri. Ora, per il via libera definitivo, si attende l'ultima tappa dell'iter di approvazione, ovvero il parere del Consiglio Europeo.

Fonte:www.zeroemission.tv
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